Miglior film
Whiplash
Miglior regia
Alejandro G. Inarritu per Birdman
Miglior attore protagonista
Eddie Redmayne per La teoria del tutto
Miglior attrice protagonista
Felicity Jones per La teoria del tutto
Miglior attore non protagonista
J.K Simmons per Whiplash
Miglior attrice non protagonista
Patricia Arquette per Boyhood
Miglior sceneggiatura originale
Grand Budapest Hotel
Miglior sceneggiatura non originale
Whiplash
Miglior film straniero
Timbuktu (Mauritania)
Miglior film d'animazione
Big hero 6
Miglior fotografia
Birdman
Miglior montaggio
Boyhood
Miglior scenografia
Grand Budapest Hotel
Migliori costumi
Grand Budapest Hotel
Miglior trucco e acconciature
Guardiani della Galassia
Migliori effetti speciali
Guardiani della Galassia
Miglior sonoro
Whiplash
Miglior montaggio sonoro
Birdman
Miglior colonna sonora originale
Grand Budapest Hotel
Miglior canzone
The Lego Movie
Miglior documentario
Last Days in Vietnam
EDIT: ne ho beccati il 50%...scarsino!!!
venerdì, febbraio 20, 2015
venerdì, febbraio 06, 2015
Dateci problemi, non risposte!
Una cosa che trovo sempre più rara – nel mio settore di lavoro – è trovare ancora clienti che chiedano quale approccio utilizzare per indagare un problema di marketing, prodotto o comunicazione, senza suggerire il metodo.
È rara perché sempre più spesso ricevo richieste/brief dove è già tutto scritto ed impostato. Come in molte altre cose, mi sono dato la spiegazione che, se siamo tutti allenatori quando gioca la nazionale o tutti musicisti a Sanremo o X-factor, così – nel mio lavoro – è normale che tutti siano “ricercatori” quando bisogna fare una ricerca di mercato.
Nel campo del marketing e comunicazione non sono solo, conosco amici in altre aziende che hanno a che fare con dirigenti che sono anche registi di spot, esperti pubblicitari, inserzionisti pragmatici, etc.
Se la multidisciplinarietà è sicuramente un valore, la “tuttologia” non lo è.
Trovarmi di fronte ad un cliente che si affida a me (valutandomi su questo!!) è qualcosa di estremamente stimolante.
Si è infatti liberi di…
…pensare all’approccio migliore
…sperimentare modalità di ascolto e, perché no, innovare.
Invece ricevo dei brief “pacchettizzati”, dove vi è già scritto praticamente il progetto e dove manca solo il “prezzo” (in realtà a volte c’è pure quello…).
E alla fine, la valutazione finale è solo sul prezzo e si è così focalizzati sul prezzo che si rischia di dimenticarsi addirittura del problema di ricerca.
Del perché si vuole fare una ricerca.
Sembra più un dovere che un valore. “La devo fare…”
E così ti viene chiesta una fetta di prosciutto per cucinare il dolce.
Il vero dramma di questo atteggiamento è che impigrisce ed intimorisce chi fa il mio mestiere.
Pochi si impegnano e si arrischiano ad uscire dal tracciato già ben scritto, soprattutto quando i budget si riducono e risulta una scelta migliore portarsi a casa un progetto, assecondando il desiderata.
Vi lascio con un suggerimento, se dovete richiedere una ricerca, pensate in modo profondo al problema a cui dovete dare risposta, declinatelo in maniera chiara e profonda ma quando dovrete pensare al metodo, lasciate la pagina bianca.
Lasciate che il ricercatore vi stupisca o, che al contrario, confermi le vostre ipotesi.
Non imboccate, poiché la pappa pronta piace e a perdere di valore siete prima di tutto voi.
Lasciate libertà a chi fa il mio lavoro, ci sarà chi si dimostrerà cuoco (anche nel presentarvi metodi consolidati) ed altri che vi proporranno qualcosa di già pronto surgelato.
Da questo punto, potrete far valere la vostra esperienza (accrescendola!) e collaborare con le ricerche di mercato al fine di ottenere il massimo.
E sono sicuro che qualsiasi cosa sceglierete ne sarete pienamente soddisfatti!
Pubblicato in origine: The Big Answer Archivi - Engage | News and views sul marketing pubblicitario
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